Ne vale sempre la pena.
Vale la pena svegliarsi presto, farsi tre ore di viaggio all’andata e tre al ritorno. Mangiare solo un panino e tornare a casa senza voce. Ne vale la pena perché noi tifiamo la maglia, non chi scende in campo. E quella maglia per noi rappresenta una sola cosa: la nostra città.
Quella maglia ci appartiene, quella maglia è passione, quella maglia è la storia, la nostra storia. In queste ore si è parlato di tutto e anche di più. Si è parlato con un pizzico di nostalgia anche del “gruppo che c’era”. Chiariamo innanzitutto una cosa: quello non era un gruppo, era una famiglia; quelli Benevento (non il Benevento) ce l’avevano tatuata nel cuore. E chiariamone pure un’altra: quel gruppo non c’è più.
Ora ci sono nuove pedine, a cui bisogna dare tempo, indubbiamente, ma il tempo non dura per sempre. Non ci spaventa la sconfitta, abbiamo perso le battaglie e pure le guerre. Ma le abbiamo perse a testa alta. Mai col profilo basso. E al nostro passaggio hanno sempre chinato il capo. Tutti.
È questo che vogliamo: gente che lotta, che non si arrende. Con la passione e la fierezza di portare questi colori sulle spalle. E chi non è in grado di reggere il peso è pregato di alleggerire il prato ed appesantire la panchina. E allora bando alle chiacchiere.
Ripartiamo.
Io voglio ripartire dall’immagine più bella della trasferta di Pescara. Lo scambio di gioia tra gli occhi di un calciatore e gli occhi di un bambino mentre si lasciavano cadere tra le mani i nostri colori. ️
Marika Botticella.
#VitaDaStrega #StregaMarika
